Commento al Vangelo di domenica 26 novembre

Commento al Vangelo di domenica 26 novembre, Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’universo, solennità, con l’audio di dona Fabio Rosini:

Libro di Ezechiele 34,11-12.15-17. 

Così dice il Signore Dio: Ecco, io stesso cercherò le mie pecore e ne avrò cura.
Come un pastore passa in rassegna il suo gregge quando si trova in mezzo alle sue pecore che erano state disperse, così io passerò in rassegna le mie pecore e le radunerò da tutti i luoghi dove erano disperse nei giorni nuvolosi e di caligine.
Io stesso condurrò le mie pecore al pascolo e io le farò riposare. Oracolo del Signore Dio.
Andrò in cerca della pecora perduta e ricondurrò all’ovile quella smarrita; fascerò quella ferita e curerò quella malata, avrò cura della grassa e della forte; le pascerò con giustizia.
A te, mio gregge, dice il Signore Dio: Ecco, io giudicherò fra pecora e pecora, fra montoni e capri».

Salmi 23(22),1-2a.2b-3.4.5.6. 

Il Signore è il mio pastore: 
non manco di nulla. 
Su pascoli erbosi mi fa riposare 
ad acque tranquille mi conduce. 
Mi rinfranca, mi guida per il giusto cammino, 
per amore del suo nome. 

Se dovessi camminare in una valle oscura, 
non temerei alcun male, perché tu sei con me. 
Il tuo bastone e il tuo vincastro 
mi danno sicurezza. 
Davanti a me tu prepari una mensa 

sotto gli occhi dei miei nemici; 
cospargi di olio il mio capo. 
Il mio calice trabocca. 
Felicità e grazia mi saranno compagne 

tutti i giorni della mia vita, 
e abiterò nella casa del Signore 
per lunghissimi anni. 

Prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinti 15,20-26.28. 

Fratelli, Cristo è risuscitato dai morti, primizia di coloro che sono morti. 
Poiché se a causa di un uomo venne la morte, a causa di un uomo verrà anche la risurrezione dei morti; 
e come tutti muoiono in Adamo, così tutti riceveranno la vita in Cristo. 
Ciascuno però nel suo ordine: prima Cristo, che è la primizia; poi, alla sua venuta, quelli che sono di Cristo; 
poi sarà la fine, quando egli consegnerà il regno a Dio Padre, dopo aver ridotto al nulla ogni principato e ogni potestà e potenza. 
Bisogna infatti che egli regni finché non abbia posto tutti i nemici sotto i suoi piedi. 
L’ultimo nemico ad essere annientato sarà la morte, 
E quando tutto gli sarà stato sottomesso, anche lui, il Figlio, sarà sottomesso a Colui che gli ha sottomesso ogni cosa, perché Dio sia tutto in tutti. 

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Matteo 25,31-46. 

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria con tutti i suoi angeli, si siederà sul trono della sua gloria. 
E saranno riunite davanti a lui tutte le genti, ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri, 
e porrà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra. 

Allora il re dirà a quelli che stanno alla sua destra: Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo. 

Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, 
nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi. 
Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere? 

Quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito? 

E quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo venuti a visitarti? 
Rispondendo, il re dirà loro: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me. 
Poi dirà a quelli alla sua sinistra: Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli. 
Perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e non mi avete dato da bere; 
ero forestiero e non mi avete ospitato, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato. 

Anch’essi allora risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato o assetato o forestiero o nudo o malato o in carcere e non ti abbiamo assistito? 

Ma egli risponderà: In verità vi dico: ogni volta che non avete fatto queste cose a uno di questi miei fratelli più piccoli, non l’avete fatto a me. 
E se ne andranno, questi al supplizio eterno, e i giusti alla vita eterna».