Commento al Vangelo di domenica 4 febbraio

Commento al Vangelo di domenica 4 febbraio, V Domenica del Tempo Ordinario,con il commento audio di Don Fabio Rosini:

Libro di Giobbe 7,1-4.6-7.

Non ha forse un duro lavoro l’uomo sulla terra e i suoi giorni non sono come quelli d’un mercenario? 
Come lo schiavo sospira l’ombra e come il mercenario aspetta il suo salario, 
così a me son toccati mesi d’illusione e notti di dolore mi sono state assegnate. 
Se mi corico dico: “Quando mi alzerò?”. Si allungano le ombre e sono stanco di rigirarmi fino all’alba. 
I miei giorni sono stati più veloci d’una spola, sono finiti senza speranza. 
Ricordati che un soffio è la mia vita: il mio occhio non rivedrà più il bene. 

Salmi147(146),1-2.3-4.5-6.

Lodate il Signore: 
è bello cantare al nostro Dio, 
dolce è lodarlo come a lui conviene. 
Il Signore ricostruisce Gerusalemme, 
raduna i dispersi d’Israele. 

Il Signore risana i cuori affranti 
e fascia le loro ferite; 
egli conta il numero delle stelle 
e chiama ciascuna per nome. 

Grande è il Signore, onnipotente, 
la sua sapienza non ha confini. 
Il Signore sostiene gli umili 
ma abbassa fino a terra gli empi. 

Prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinti 9,16-19.22-23.

Fratelli, non è per me un vanto predicare il vangelo; è per me un dovere: guai a me se non predicassi il vangelo! 
Se lo faccio di mia iniziativa, ho diritto alla ricompensa; ma se non lo faccio di mia iniziativa, è un incarico che mi è stato affidato. 
Quale è dunque la mia ricompensa? Quella di predicare gratuitamente il vangelo senza usare del diritto conferitomi dal vangelo. 
Infatti, pur essendo libero da tutti, mi sono fatto servo di tutti per guadagnarne il maggior numero; 
Mi sono fatto debole con i deboli, per guadagnare i deboli; mi sono fatto tutto a tutti, per salvare ad ogni costo qualcuno. 
Tutto io faccio per il vangelo, per diventarne partecipe con loro. 

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Marco 1,29-39. 

In quel tempo, Gesù uscito dalla sinagoga, si recò subito in casa di Simone e di Andrea, in compagnia di Giacomo e di Giovanni. 
La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. 
Egli, accostatosi, la sollevò prendendola per mano; la febbre la lasciò ed essa si mise a servirli. 
Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. 
Tutta la città era riunita davanti alla porta. 

Guarì molti che erano afflitti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non permetteva ai demòni di parlare, perché lo conoscevano. 

Al mattino si alzò quando ancora era buio e, uscito di casa, si ritirò in un luogo deserto e là pregava. 
Ma Simone e quelli che erano con lui si misero sulle sue tracce 
e, trovatolo, gli dissero: «Tutti ti cercano!». 
Egli disse loro: «Andiamocene altrove per i villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!». 
E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demòni.