Commento al Vangelo di domenica 16 luglio

Commento al Vangelo di Domenica 16 luglio, 

XV Domenica del Tempo Ordinario, con il commento audio di Don Fabio Rosini:

Libro di Isaia 55,10-11. 

Così dice il Signore: 
«Come la pioggia e la neve 
scendono dal cielo e non vi ritornano 
senza avere irrigato la terra, 
senza averla fecondata e fatta germogliare, 
perché dia il seme al seminatore 
e pane da mangiare, 
così sarà della parola 
uscita dalla mia bocca: 
non ritornerà a me senza effetto, 
senza aver operato ciò che desidero 
e senza aver compiuto ciò per cui l’ho mandata.» 

Salmi 65(64),10abcd.10e-11.12-13.14. 

Tu visiti la terra e la disseti: 
la ricolmi delle sue ricchezze. 
Il fiume di Dio è gonfio di acque;
tu fai crescere il frumento per gli uomini.

Così prepari la terra: 
ne irrighi i solchi, 
ne spiani le zolle, 
la bagni con le piogge 
e benedici i suoi germogli. 

Coroni l’anno con i tuoi benefici, 
al tuo passaggio stilla l’abbondanza. 
Stillano i pascoli del deserto 
e le colline si cingono di esultanza. 

I prati si coprono di greggi, 
di frumento si ammantano le valli; 
tutto canta e grida di gioia. 

Lettera di san Paolo apostolo ai Romani 8,18-23. 

Fratelli, io ritengo, infatti, che le sofferenze del momento presente non sono paragonabili alla gloria futura che dovrà essere rivelata in noi. 
La creazione stessa attende con impazienza la rivelazione dei figli di Dio; 
essa infatti è stata sottomessa alla caducità – non per suo volere, ma per volere di colui che l’ha sottomessa – e nutre la speranza 
di essere lei pure liberata dalla schiavitù della corruzione, per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio. 
Sapppiamo bene infatti che tutta la creazione geme e soffre fino ad oggi nelle doglie del parto; 
essa non è la sola, ma anche noi, che possediamo le primizie dello Spirito, gemiamo interiormente aspettando l’adozione a figli, la redenzione del nostro corpo. 

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Matteo 13,1-23. 

In quel giorno Gesù uscì di casa e si sedette in riva al mare. 
Si cominciò a raccogliere attorno a lui tanta folla che dovette salire su una barca e là porsi a sedere, mentre tutta la folla rimaneva sulla spiaggia. 
Egli parlò loro di molte cose in parabole. E disse: «Ecco, il seminatore uscì a seminare. 
E mentre seminava una parte del seme cadde sulla strada e vennero gli uccelli e la divorarono. 
Un’altra parte cadde in luogo sassoso, dove non c’era molta terra; subito germogliò, perché il terreno non era profondo. 
Ma, spuntato il sole, restò bruciata e non avendo radici si seccò. 
Un’altra parte cadde sulle spine e le spine crebbero e la soffocarono. 
Un’altra parte cadde sulla terra buona e diede frutto, dove il cento, dove il sessanta, dove il trenta. 

Chi ha orecchi intenda». 

Gli si avvicinarono allora i discepoli e gli dissero: «Perché parli loro in parabole?». 
Egli rispose: «Perché a voi è dato di conoscere i misteri del regno dei cieli, ma a loro non è dato. 
Così a chi ha sarà dato e sarà nell’abbondanza; e a chi non ha sarà tolto anche quello che ha. 
Per questo parlo loro in parabole: perché pur vedendo non vedono, e pur udendo non odono e non comprendono. 
E così si adempie per loro la profezia di Isaia che dice: Voi udrete, ma non comprenderete, guarderete, ma non vedrete. 
Perché il cuore di questo popolo si è indurito, son diventati duri di orecchi, e hanno chiuso gli occhi, per non vedere con gli occhi, non sentire con gli orecchi e non intendere con il cuore e convertirsi, e io li risani. 

Ma beati i vostri occhi perché vedono e i vostri orecchi perché sentono. 

In verità vi dico: molti profeti e giusti hanno desiderato vedere ciò che voi vedete, e non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, e non l’udirono!». 
Voi dunque intendete la parabola del seminatore: 
Tutte le volte che uno ascolta la parola del regno e non la comprende, viene il maligno e ruba ciò che è stato seminato nel suo cuore: questo è il seme seminato lungo la strada. 
Quello che è stato seminato nel terreno sassoso è l’uomo che ascolta la parola e subito l’accoglie con gioia, 
ma non ha radice in sé ed è incostante, sicché appena giunge una tribolazione o persecuzione a causa della parola, egli ne resta scandalizzato. 
Quello seminato tra le spine è colui che ascolta la parola, ma la preoccupazione del mondo e l’inganno della ricchezza soffocano la parola ed essa non dà frutto. 
Quello seminato nella terra buona è colui che ascolta la parola e la comprende; questi dà frutto e produce ora il cento, ora il sessanta, ora il trenta».