Commento al Vangelo di domenica 23 luglio

Commento al Vangelo di domenica 23 luglio, con le meditazioni audio di Don Fabio Rosini:

Domenica 23 luglio XVI Domenica del Tempo Ordinario

Libro della Sapienza 12,13.16-19. 

Non c’è Dio fuori di te, che abbia cura di tutte le cose, perché tu debba difenderti dall’accusa di giudice ingiusto. 
La tua forza infatti è principio di giustizia; il tuo dominio universale ti rende indulgente con tutti. 
Mostri la forza se non si crede nella tua onnipotenza e reprimi l’insolenza in coloro che la conoscono. 
Tu, padrone della forza, giudichi con mitezza; ci governi con molta indulgenza, perché il potere lo eserciti quando vuoi. 
Con tale modo di agire hai insegnato al tuo popolo che il giusto deve amare gli uomini; inoltre hai reso i tuoi figli pieni di dolce speranza perché tu concedi dopo i peccati la possibilità di pentirsi. 

Salmi 86(85),3.6.9-10.15-16a. 

Pietà di me, Signore, 
a te grido tutto il giorno. 
Porgi l’orecchio, Signore, alla mia preghiera 
e sii attento alla voce della mia supplica. 

Tutti i popoli che hai creato verranno 
e si prostreranno davanti a te, o Signore, 
per dare gloria al tuo nome; 
grande tu sei e compi meraviglie: 
tu solo sei Dio. 

Signore, Dio di pietà, compassionevole, 
lento all’ira e pieno di amore, Dio fedele, 
volgiti a me e abbi misericordia. 

Lettera di san Paolo apostolo ai Romani 8,26-27. 

Fratelli, lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza, perché nemmeno sappiamo che cosa sia conveniente domandare, ma lo Spirito stesso intercede con insistenza per noi, con gemiti inesprimibili; 
e colui che scruta i cuori sa quali sono i desideri dello Spirito, poiché egli intercede per i credenti secondo i disegni di Dio. 

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Matteo 13,24-43. 

In quel tempo, Gesù espose alla folla una parola: «Il regno dei cieli si può paragonare a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. 
Ma mentre tutti dormivano venne il suo nemico, seminò zizzania in mezzo al grano e se ne andò. 
Quando poi la messe fiorì e fece frutto, ecco apparve anche la zizzania. 
Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: Padrone, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene dunque la zizzania? 
Ed egli rispose loro: Un nemico ha fatto questo. E i servi gli dissero: Vuoi dunque che andiamo a raccoglierla? 

No, rispose, perché non succeda che, cogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. 

Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Cogliete prima la zizzania e legatela in fastelli per bruciarla; il grano invece riponetelo nel mio granaio». 
Un’altra parabola espose loro: «Il regno dei cieli si può paragonare a un granellino di senapa, che un uomo prende e semina nel suo campo. 
Esso è il più piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, è più grande degli altri legumi e diventa un albero, tanto che vengono gli uccelli del cielo e si annidano fra i suoi rami». 
Un’altra parabola disse loro: «Il regno dei cieli si può paragonare al lievito, che una donna ha preso e impastato con tre misure di farina perché tutta si fermenti». 
Tutte queste cose Gesù disse alla folla in parabole e non parlava ad essa se non in parabole, 
perché si adempisse ciò che era stato detto dal profeta: “Aprirò la mia bocca in parabole, proclamerò cose nascoste fin dalla fondazione del mondo”. 

Poi Gesù lasciò la folla ed entrò in casa; i suoi discepoli gli si accostarono per dirgli: «Spiegaci la parabola della zizzania nel campo». 

Ed egli rispose: «Colui che semina il buon seme è il Figlio dell’uomo. 
Il campo è il mondo. Il seme buono sono i figli del regno; la zizzania sono i figli del maligno, 
e il nemico che l’ha seminata è il diavolo. La mietitura rappresenta la fine del mondo, e i mietitori sono gli angeli. 
Come dunque si raccoglie la zizzania e si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo. 
Il Figlio dell’uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti gli operatori di iniquità 
e li getteranno nella fornace ardente dove sarà pianto e stridore di denti. 
Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi, intenda!».