Commento al Vangelo di domenica 27 maggio

Commento al Vangelo di domenica 27 maggio, Santissima Trinità solennitàcon il commento audio di Don Fabio Rosini:

Libro del Deuteronomio 4,32-34.39-40. 

Mosè parlò al popolo dicendo: «Interroga pure i tempi antichi, che furono prima di te: dal giorno in cui Dio creò l’uomo sulla terra e da un’estremità dei cieli all’altra, vi fu mai cosa grande come questa e si udì mai cosa simile a questa? 
Che cioè un popolo abbia udito la voce di Dio parlare dal fuoco, come l’hai udita tu, e che rimanesse vivo? 
O ha mai tentato un dio di andare a scegliersi una nazione in mezzo a un’altra con prove, segni, prodigi e battaglie, con mano potente e braccio teso e grandi terrori, come fece per voi il Signore vostro Dio in Egitto, sotto i vostri occhi? 
Sappi dunque oggi e conserva bene nel tuo cuore che il Signore è Dio lassù nei cieli e quaggiù sulla terra; e non ve n’è altro. 
Osserva dunque le sue leggi e i suoi comandi che oggi ti dò, perché sia felice tu e i tuoi figli dopo di te e perché tu resti a lungo nel paese che il Signore tuo Dio ti dà per sempre».

Salmi 33(32),4-5.6.9.18-19.20.22. 

Retta è la parola del Signore 
e fedele ogni sua opera. 
Egli ama il diritto e la giustizia, 
della sua grazia è piena la terra. 

Dalla parola del Signore furono fatti i cieli, 
dal soffio della sua bocca ogni loro schiera. 
perché egli parla e tutto è fatto, 
comanda e tutto esiste. 

Ecco, l’occhio del Signore veglia su chi lo teme, 
su chi spera nella sua grazia, 
per liberarlo dalla morte 
e nutrirlo in tempo di fame. 

L’anima nostra attende il Signore, 
egli è nostro aiuto e nostro scudo. 
Signore, sia su di noi la tua grazia, 
perché in te speriamo. 

Lettera di san Paolo apostolo ai Romani 8,14-17. 

Tutti quelli infatti che sono guidati dallo Spirito di Dio, costoro sono figli di Dio. 
E voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto uno spirito da figli adottivi per mezzo del quale gridiamo: “Abbà, Padre!”. 
Lo Spirito stesso attesta al nostro spirito che siamo figli di Dio. 
E se siamo figli, siamo anche eredi: eredi di Dio, coeredi di Cristo, se veramente partecipiamo alle sue sofferenze per partecipare anche alla sua gloria. 

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Matteo 28,16-20. 

In quel tempo, gli undici discepoli, andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro fissato. 
Quando lo videro, gli si prostrarono innanzi; alcuni però dubitavano. 
E Gesù, avvicinatosi, disse loro: «Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra. 
Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo, 
insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».