Commento al Vangelo di domenica 13 agosto

Commento al Vangelo di domenica 13 agosto, XIX Domenica del Tempo Ordinario, con la meditazione audio di Don Fabio Rosini:

Primo libro dei Re 19,9a.11-13a. 

In quei giorni, giunto Elia al monte di Dio, l’Oreb, entrò in una caverna.
Ed ecco gli fu rivolta la parola del Signore: “Esci e fermati sul monte alla presenza del Signore”. Ecco, il Signore passò. Ci fu un vento impetuoso e gagliardo da spaccare i monti e spezzare le rocce davanti al Signore, ma il Signore non era nel vento. Dopo il vento ci fu un terremoto, ma il Signore non era nel terremoto. 
Dopo il terremoto ci fu un fuoco, ma il Signore non era nel fuoco. Dopo il fuoco ci fu il mormorio di un vento leggero. 
Come l’udì, Elia si coprì il volto con il mantello, uscì e si fermò all’ingresso della caverna. Ed ecco, sentì una voce che gli diceva: “Che fai qui, Elia?”. 

Salmi 85(84),9ab-10.11-12.13-14. 

Ascolterò che cosa dice Dio, il Signore: 
egli annunzia la pace per il suo popolo, per i suoi fedeli. 
La sua salvezza è vicina a chi lo teme 
e la sua gloria abiterà la nostra terra. 

Misericordia e verità s’incontreranno, 
giustizia e pace si baceranno. 
La verità germoglierà dalla terra 
e la giustizia si affaccerà dal cielo. 

Quando il Signore elargirà il suo bene, 
la nostra terra darà il suo frutto. 
Davanti a lui camminerà la giustizia 
e sulla via dei suoi passi la salvezza. 

Lettera di san Paolo apostolo ai Romani 9,1-5. 

Dico la verità in Cristo, non mentisco, e la mia coscienza me ne dà testimonianza nello Spirito Santo: 
ho nel cuore un grande dolore e una sofferenza continua. 
Vorrei infatti essere io stesso anàtema, separato da Cristo a vantaggio dei miei fratelli, miei consanguinei secondo la carne. 
Essi sono Israeliti e possiedono l’adozione a figli, la gloria, le alleanze, la legislazione, il culto, le promesse, 
i patriarchi; da essi proviene Cristo secondo la carne, egli che è sopra ogni cosa, Dio benedetto nei secoli. Amen. 

                                                                                     Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Matteo 14,22-33. 

[Dopo che la folla ebbe mangiato], subito Gesù costrinse i discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull’altra riva, mentre egli avrebbe congedato la folla. 
Congedata la folla, salì sul monte, solo, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava ancora solo lassù. 
La barca intanto distava gia qualche miglio da terra ed era agitata dalle onde, a causa del vento contrario. 
Verso la fine della notte egli venne verso di loro camminando sul mare. 
I discepoli, a vederlo camminare sul mare, furono turbati e dissero: «E’ un fantasma» e si misero a gridare dalla paura. 

Ma subito Gesù parlò loro: «Coraggio, sono io, non abbiate paura». 

Pietro gli disse: «Signore, se sei tu, comanda che io venga da te sulle acque». 
Ed egli disse: «Vieni!». Pietro, scendendo dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. 
Ma per la violenza del vento, s’impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: «Signore, salvami!». 
E subito Gesù stese la mano, lo afferrò e gli disse: «Uomo di poca fede, perché hai dubitato?». 
Appena saliti sulla barca, il vento cessò. 
Quelli che erano sulla barca gli si prostrarono davanti, esclamando: «Tu sei veramente il Figlio di Dio!».